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Feudo Postale - Amministrazione
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Founding Date
August 21, 1753
Description
La famiglia Bossi Fedrigotti, presente nel territorio roveretano dal secolo XV, risultò da sempre impegnata in attività mercantili, agricole e imprenditoriali varie, tra le quali la gestione del servizio postale nella parte meridionale del Trentino,
un territorio geografico piuttosto circoscritto, ma ugualmente importante per gli scambi e le comunicazioni. Nel febbraio 1752 Pietro Modesto Bossi Fedrigotti acquistò dal barone Mattia Cresseri, maestro delle poste di Rovereto e
Torbole, il servizio della “posta lettere” e della “posta cavalli” e precisamente: “… i proventi dell’ufficio di posta di Rovereto e di Torbole con le prerogative annesse, con l’obbligo di mantenimento dei cavalli per le corse, staffette e
trasporto della valigia delle lettere… il compratore dovrà venir prima investito del servizio di posta…”. Infatti, successivamente, con decreto di Maria Teresa, imperatrice d’Austria, del 21 agosto 1753, data scelta in intestazione, Pietro
Modesto Bossi Fedrigotti ottenne, con investitura ereditaria feudale, il privilegio di gestire il traffico postale tra Calliano e Torbole, detto “Feudo postale”, e il titolo onorifico di gran maestro feudale postale. Questa investitura comprendeva in se stessa un “seniorato” di famiglia e veniva impartita da ogni imperatore austriaco all’atto della sua successione e rinnovata ad ogni successore ai vari componenti maschile della famiglia Bossi Fedrigotti; il debito di fiorini 54.700 contratto da Pietro Modesto Bossi Fedrigotti con il barone Cresseri per la cessione del servizio postale fu saldato dallo stesso solo nell’agosto 1757.
Con decreto dell’11 novembre 1769 l’imperatrice Maria Teresa ordinò l’incamerazione del fuedo contro la corresponsione di un assegno annuo di equivalente fissato, con decreto del 22 marzo 1780, in fiorini 3460. Alla fine degli anni Sessanta del Settecento, quindi, parte dell’attività dei Bossi Fedrigotti si concluse con la statalizzazione della “posta epistolare”, mentre rimase attivo il trasporto di pacchi e passeggeri con la carrozza, che continuò ad essere
sbrigato dai maestri di posta della stazione di Rovereto fino alla fine della prima guerra mondiale. Nei vari passaggi istituzionali, dal Regno bavaro al Regno d’Italia, il riconoscimento economico del feudo postale avvenne
con assegnazioni di importi diversi e solo con il ritorno del Tirolo al dominio austriaco la famiglia venne rimessa nei suoi diritti e le fu accordato l’intero importo dell’equivalente per il servizio postale.
Con dispaccio del 30 novembre 1918, n. 1930/P, la Direzione generale delle poste del Dicastero austro-tedesco per le arti, l’industria ed il commercio di Innsbruck dispose la sospensione del pagamento degli equivalenti per i feudi postali in
358 Innsbruck, Bolzano, Trento e Rovereto e comunicò, con lettera del 20 dicembre 1918, a Ferdinando Bossi Fedrigotti la corresponsione dell’ultimo importo al 31 dicembre 1918, data scelta in intestazione come estremo cronologico finale.
Nel settembre 1934 il Ministero delle Comunicazioni di Roma non concesse alla famiglia Bossi Fedrigotti il riconoscimento di un credito per l’affrancazione dell’antico vincolo feudale, gravante sul servizio postale nella zona di Rovereto - Riva per gli anni dal 1918 al 1921; l'ultima attestazione presente in archivio è del 20 febbraio 1935 ed è relativa ad una comunicazone inviata dal direttore generale delle poste e comunicazioni di Vienna alla famiglia Bossi Fedrigotti.
Il servizio postale fornito dalla famiglia Bossi Fedrigotti tra Calliano e Torbole fu garantito da un sistema di staffette con cambio regolare di cavallo e carrozze con personale, ciò rendeva possibile uno scambio rapido e regolare della
corrispondenza, mantenendo le comunicazioni tra i vari paesi, e un regolare ed efficiente trasporto di passeggeri.
I componenti maschi della famiglia Bossi Fedrigotti, tramite investitura imperiale, godevano del feudo regale delle poste di Rovereto e Torbole ed erano quindi proprietari della gestione del traffico postale in tale territorio.
Per il concreto funzionamento del servizio la famiglia Bossi Fedrigotti si avvaleva di diversi addetti:
- il maestro di posta, direttore/amministratore della stazione di posta e responsabile del servizio nei confronti della famiglia
e della rendicontazione dei proventi; da lui dipendevano i postiglioni, gli stallieri ed altri addetti, ma anche i cavalli, i calessi, le carrozze; sovraintendeva al cambio dei cavalli delle carrozze; amministrava gli alimenti (biada, fieno, crusca,
farina) e sorvegliava che i cavalli presenti nella stalla venissero alimentati correttamente; redigeva l’inventario dei beni.
- il postiglione, addetto della stazione di posta incaricato di guidare (cavalcare) i cavalli dalla propria stazione di posta alla successiva, riportando indietro i cavalli a passo; indossava una livrea e a tracolla portava una cornetta, che suonava per farsi cedere il passo dalle altre vetture, su cui aveva diritto di precedenza, e per annunciare l’arrivo nelle stazioni di posta; aveva la custodia dei finimenti.
- il cocchiere, che sedeva a cassetta della carrozza e guidava i cavalli;
- lo stalliere, i cui compiti erano quelli di assistere i postiglioni nel pulire e nutrire i cavalli, di mantenere in ordine la scuderia, di sorvegliare i fienili, di impedire l’accesso agli estranei e custodire la lanterna, nonché quello di provvedere alla pulizia e all’alimentazione dei cavalli privati della famiglia Bossi Fedrigotti;
A queste figure, per garantire un servizio efficiente, si affiancavano i maniscalchi, i sellai, i falegnami. Per svolgere ed amministrare correttamente il servizio postale, nel 1818, venne fondata l’impresa denominata “Società posta
cavalli” tra i soci Giuseppe Bossi Fedrigotti, procuratore a nome della famiglia e Giuseppe Deanesi, nominato direttore e maestro di posta della stessa società, presumibilmente fino all'anno 1828. Dall’anno 1830 fino all’anno 1907 la famiglia Bossi Fedrigotti affittò l’amministrazione della “posta cavalli” della stazione di Rovereto a diversi individui: Filippo Gerola, Giuseppe Kochler, Annibale Mondini, Procolo Silvestri, Giuseppe Wenter, Maria Wenter, Giuseppe Pergher, Giuseppe Leonardi e Menegoni Francesco.
un territorio geografico piuttosto circoscritto, ma ugualmente importante per gli scambi e le comunicazioni. Nel febbraio 1752 Pietro Modesto Bossi Fedrigotti acquistò dal barone Mattia Cresseri, maestro delle poste di Rovereto e
Torbole, il servizio della “posta lettere” e della “posta cavalli” e precisamente: “… i proventi dell’ufficio di posta di Rovereto e di Torbole con le prerogative annesse, con l’obbligo di mantenimento dei cavalli per le corse, staffette e
trasporto della valigia delle lettere… il compratore dovrà venir prima investito del servizio di posta…”. Infatti, successivamente, con decreto di Maria Teresa, imperatrice d’Austria, del 21 agosto 1753, data scelta in intestazione, Pietro
Modesto Bossi Fedrigotti ottenne, con investitura ereditaria feudale, il privilegio di gestire il traffico postale tra Calliano e Torbole, detto “Feudo postale”, e il titolo onorifico di gran maestro feudale postale. Questa investitura comprendeva in se stessa un “seniorato” di famiglia e veniva impartita da ogni imperatore austriaco all’atto della sua successione e rinnovata ad ogni successore ai vari componenti maschile della famiglia Bossi Fedrigotti; il debito di fiorini 54.700 contratto da Pietro Modesto Bossi Fedrigotti con il barone Cresseri per la cessione del servizio postale fu saldato dallo stesso solo nell’agosto 1757.
Con decreto dell’11 novembre 1769 l’imperatrice Maria Teresa ordinò l’incamerazione del fuedo contro la corresponsione di un assegno annuo di equivalente fissato, con decreto del 22 marzo 1780, in fiorini 3460. Alla fine degli anni Sessanta del Settecento, quindi, parte dell’attività dei Bossi Fedrigotti si concluse con la statalizzazione della “posta epistolare”, mentre rimase attivo il trasporto di pacchi e passeggeri con la carrozza, che continuò ad essere
sbrigato dai maestri di posta della stazione di Rovereto fino alla fine della prima guerra mondiale. Nei vari passaggi istituzionali, dal Regno bavaro al Regno d’Italia, il riconoscimento economico del feudo postale avvenne
con assegnazioni di importi diversi e solo con il ritorno del Tirolo al dominio austriaco la famiglia venne rimessa nei suoi diritti e le fu accordato l’intero importo dell’equivalente per il servizio postale.
Con dispaccio del 30 novembre 1918, n. 1930/P, la Direzione generale delle poste del Dicastero austro-tedesco per le arti, l’industria ed il commercio di Innsbruck dispose la sospensione del pagamento degli equivalenti per i feudi postali in
358 Innsbruck, Bolzano, Trento e Rovereto e comunicò, con lettera del 20 dicembre 1918, a Ferdinando Bossi Fedrigotti la corresponsione dell’ultimo importo al 31 dicembre 1918, data scelta in intestazione come estremo cronologico finale.
Nel settembre 1934 il Ministero delle Comunicazioni di Roma non concesse alla famiglia Bossi Fedrigotti il riconoscimento di un credito per l’affrancazione dell’antico vincolo feudale, gravante sul servizio postale nella zona di Rovereto - Riva per gli anni dal 1918 al 1921; l'ultima attestazione presente in archivio è del 20 febbraio 1935 ed è relativa ad una comunicazone inviata dal direttore generale delle poste e comunicazioni di Vienna alla famiglia Bossi Fedrigotti.
Il servizio postale fornito dalla famiglia Bossi Fedrigotti tra Calliano e Torbole fu garantito da un sistema di staffette con cambio regolare di cavallo e carrozze con personale, ciò rendeva possibile uno scambio rapido e regolare della
corrispondenza, mantenendo le comunicazioni tra i vari paesi, e un regolare ed efficiente trasporto di passeggeri.
I componenti maschi della famiglia Bossi Fedrigotti, tramite investitura imperiale, godevano del feudo regale delle poste di Rovereto e Torbole ed erano quindi proprietari della gestione del traffico postale in tale territorio.
Per il concreto funzionamento del servizio la famiglia Bossi Fedrigotti si avvaleva di diversi addetti:
- il maestro di posta, direttore/amministratore della stazione di posta e responsabile del servizio nei confronti della famiglia
e della rendicontazione dei proventi; da lui dipendevano i postiglioni, gli stallieri ed altri addetti, ma anche i cavalli, i calessi, le carrozze; sovraintendeva al cambio dei cavalli delle carrozze; amministrava gli alimenti (biada, fieno, crusca,
farina) e sorvegliava che i cavalli presenti nella stalla venissero alimentati correttamente; redigeva l’inventario dei beni.
- il postiglione, addetto della stazione di posta incaricato di guidare (cavalcare) i cavalli dalla propria stazione di posta alla successiva, riportando indietro i cavalli a passo; indossava una livrea e a tracolla portava una cornetta, che suonava per farsi cedere il passo dalle altre vetture, su cui aveva diritto di precedenza, e per annunciare l’arrivo nelle stazioni di posta; aveva la custodia dei finimenti.
- il cocchiere, che sedeva a cassetta della carrozza e guidava i cavalli;
- lo stalliere, i cui compiti erano quelli di assistere i postiglioni nel pulire e nutrire i cavalli, di mantenere in ordine la scuderia, di sorvegliare i fienili, di impedire l’accesso agli estranei e custodire la lanterna, nonché quello di provvedere alla pulizia e all’alimentazione dei cavalli privati della famiglia Bossi Fedrigotti;
A queste figure, per garantire un servizio efficiente, si affiancavano i maniscalchi, i sellai, i falegnami. Per svolgere ed amministrare correttamente il servizio postale, nel 1818, venne fondata l’impresa denominata “Società posta
cavalli” tra i soci Giuseppe Bossi Fedrigotti, procuratore a nome della famiglia e Giuseppe Deanesi, nominato direttore e maestro di posta della stessa società, presumibilmente fino all'anno 1828. Dall’anno 1830 fino all’anno 1907 la famiglia Bossi Fedrigotti affittò l’amministrazione della “posta cavalli” della stazione di Rovereto a diversi individui: Filippo Gerola, Giuseppe Kochler, Annibale Mondini, Procolo Silvestri, Giuseppe Wenter, Maria Wenter, Giuseppe Pergher, Giuseppe Leonardi e Menegoni Francesco.
Type
Company
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