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Thun, Domenico Antonio
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Gender
Maschio
Role
Principe Vescovo di Trento
Birth Date
March 1, 1686
Death Date
September 7, 1758
Birth Place
Death Place
Biography
Del ramo di Castel Bregher, figlio di Vigilio e di Giovanna Wolkenstein, fu eletto principe vescovo di Trento dopo la morte del predecessore grazie a un accordo tra le due fazioni del Capitolo, favorito da legami familiari e alleanze nobiliari locali. I primi anni di governo, attorno al 1730, furono caratterizzati da iniziative di moralizzazione del clero che gli valsero apprezzamenti trasversali.
Dal 1740, con l’inizio della guerra di successione austriaca e la minore attenzione della corte imperiale, il suo operato cambiò radicalmente. Assunse uno stile di vita dispendioso e mondano, frequentando osterie, feste e il carnevale di Venezia, accumulando favoritismi e trascurando sia l’amministrazione politica sia quella spirituale del principato. Le accuse includevano uso eccessivo delle casse vescovili, ordinazioni clericali con leggerezza e comportamenti scandalosi nella residenza del Buonconsiglio.
Con la fine del conflitto e il ritorno dell’influenza asburgica, il Capitolo – guidato dal decano Bartolomeo Antonio Passi – decise di agire. Dopo proteste formali e ultimatum senza esito, furono coinvolti sia papa Benedetto XIV sia la corte di Maria Teresa. Pur inizialmente restii, gli Asburgo accettarono la rimozione di Thun, imponendo come coadiutore e successore designato il nipote Leopoldo Ernesto Firmian, con l’obiettivo di modernizzare il principato.
Sotto questa pressione, Domenico Antonio Thun fu costretto a rinunciare all’incarico. Morì dieci anni dopo, lasciando l’immagine di un vescovo il cui governo passò da un inizio riformatore a un declino segnato da eccessi e contrasti politici.
Dal 1740, con l’inizio della guerra di successione austriaca e la minore attenzione della corte imperiale, il suo operato cambiò radicalmente. Assunse uno stile di vita dispendioso e mondano, frequentando osterie, feste e il carnevale di Venezia, accumulando favoritismi e trascurando sia l’amministrazione politica sia quella spirituale del principato. Le accuse includevano uso eccessivo delle casse vescovili, ordinazioni clericali con leggerezza e comportamenti scandalosi nella residenza del Buonconsiglio.
Con la fine del conflitto e il ritorno dell’influenza asburgica, il Capitolo – guidato dal decano Bartolomeo Antonio Passi – decise di agire. Dopo proteste formali e ultimatum senza esito, furono coinvolti sia papa Benedetto XIV sia la corte di Maria Teresa. Pur inizialmente restii, gli Asburgo accettarono la rimozione di Thun, imponendo come coadiutore e successore designato il nipote Leopoldo Ernesto Firmian, con l’obiettivo di modernizzare il principato.
Sotto questa pressione, Domenico Antonio Thun fu costretto a rinunciare all’incarico. Morì dieci anni dopo, lasciando l’immagine di un vescovo il cui governo passò da un inizio riformatore a un declino segnato da eccessi e contrasti politici.
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